mercoledì 16 marzo 2011

NO!

ascolta


Che cazzo è questo silenzio? Non gliene frega niente a nessuno, grandioso! [una voce da dietro le quinte ride dei miei percorsi cognitivi e del lessico utilizzato] HEY! Le cose si rompono, ve ne siete mai accorti? Perché non urla nessuno? Dite, lo sapete cos’è un NO? È una negazione, e “il fatto di negare implica l'espressione della non esistenza di qualcosa o il non persistere di un evento o di una situazione”. Cioè, io domani mi sveglierò e sarò contento. NO. Aspetta, ecco, tra una settimana sarò nel totale appagamento delle mie odierne aspettative. NO. Forse tra un mese avrò capito un sacco di cose. NO. In un anno non ci saranno più problemi. No maledizione, NO!

Adesso. Sì, partiamo da questo. Io adesso. Bravo. Io adesso. Ok, poi? Io adesso poi? Che cazzo dici, concentrati. Io adesso poi niente io sono arrabbiato io ascolto una canzone io penso alle frasi io cancello e riscrivo io non sono spontaneo io adesso muovo le dita per mandarmi ‘affanculo da solo, leggi. Sì, c’è scritto proprio così. Ah bene, io adesso sto meglio. No. Io adesso ho voglia di parlare di niente, ma un niente denso scuro e appiccicoso; e ballare dentro. Allora parla, cos’è successo? È stato un attimo una distanza una maschera un dubbio un pensiero una negazione. E fa male? Peggio, annulla. Peggio per te. Già. Bene, adesso siamo fermi qui, possiamo andare? Dove? Tu vai, io ti seguo. Perfetto. . Che fai? Sono andato avanti, non ti sei accorto? Avanti? Merda, di solito sei tu che guardi tutti i particolari. Senti parliamone, anzi, trascrivi. Ok.


“Vedo fili dividere scelte possibili in un limbo d’inaspettata attesa nell’anticamera di una stanza sconosciuta dalla quale si tesse il labirinto con noi al centro e pareti morbide dove perdersi è un attimo per inseguire la trama dei pensieri lungo i tuoi capelli mentre dita intrecciate compongono messaggi immaginari hai gli occhi che fuggono e ancora non riesco ad inseguirli ma non possiamo stare immobili è la legge del moto perpetuo è la tua pancia piena di ricordi è il terremoto che spazza via i re del passato è l’instabile anarchia dei sorrisi a riscrivere il presente senza parole”


Ah bella, complimenti. Mi prendi per il culo? Sì, no cioè, mi piace eh, carina, [quanto odio il termine “carino” ve l’ho mai detto?] ma adesso come la mettiamo con questa spiacevole situazione? Boh, io per ora la lascio qua, poi magari qualcuno passa, la piglia, funziona, yeah! Quella? E dai, c’è un sacco di gente che ha dei gusti di merda. Certo, sicuro, ma nel frattempo di te che ne faccio? Mah, io disegno, non stare a preoccuparti. Sì, beh, qua ho ancora una valanga di pensieri scaduti, un sacco di citazioni a sproposito, un bel po’ di vana speranza, finali alternativi, qualche fantasma; dove li mettiamo? Butta tutto nel cesso e tira l’acqua. Vado capo. Bravo.

Hey capo! Che vuoi ancora? S’è intasato il cesso. Ma porc… e che devo pensare a tutto io? Ciao! E tu chi sei? Sono un altro pezzo. Senti, qua c’è già un sacco di confusione, per piacere, vatti ad appiccicare da qualche parte e lasciami in pace. Bene. Buongiorno signori, scusate, sapete dove posso trovare i servizi? Eh? Capo, dai un po’ un’occhiata qua dentro.

Migliaia di pezzi impossibili da decifrare alcuni immensi inamovibili oppure microscopici quasi tutti crepati corrono cadono si calpestano urlano e vanno in frantumi sembra che non torneranno mai insieme.

Piglia male. Eh già. E di lei che ne facciamo? Non c’è lei qua dentro. Senti coglione, hai idea di quante lei ci sono qua dentro? Sì ce l’ho. E allora perfavore dimmi, chi è lei? Io non lo so, non lo sa nessuno, non lo sa neanche lei. Andiamo bene. Senti, ma perché ci deve essere sempre lei? E io che ne so, sei tu che l’hai portata qui! Lo so, ma insomma, ce la siamo sempre cavata alla grande io e te e gli altri pezzi e i miei e i tuoi amici e il mondo circostante e i disegni la musica l’improvvisazione quotidiana e tutte le altre stronzate che riempiono la vita in un modo o nell’altro, che bisogno hai di rovinare sempre tutto? Io? È colpa tua! Ma per niente, è colpa tua! Che cazzo vuoi? Non alzare la voce! Ah sì, allora lo sai che faccio, ti taglio i rifornimenti d’adrenalina! E io ti taglio e basta! E io smetto di mangiare! E io finisco il lavoro e ti faccio diventare un vegetale. E io piango! E io ti deprimo! Ragazzi smettetela. E TU STÀ ZITTO! Ok, scusa, è pazzesco, è che su questo merdoso DNA c’è scritto così e per quanto ci lotti contro è inutile, vince sempre lui. Va bene, scusami anche te, non parliamone più. Che fai, rimandi i problemi? Figuriamoci, ormai abbiamo capito che non fa bene per niente. Allora? ALLORA VIVI STRONZO!


Perdente. Hai detto qualcosa? No no, niente. Mh…


[Torniamo uno e usciamo di scena, ma solo un attimo, per riprendere fiato, sputare il veleno rimasto e bere qualcosa, per riordinare i pensieri prima della prossima scena]


ancora

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