Mi incontro al semaforo; in attesa di un colore raro aspetto veloci passaggi che non devo avvicinare nonostante le sfumature dell’acciaio. Guardo e ascolto l’ambiente sonoro creato attorno, rifletto i passaggi disordinati in skip veloce per spezzare la continuità di attacchi indesiderati. Partecipe della vita come una dose di terza persona singolare posizione mi trovo a descrivere nel vedermi gesticolare intorno a un sorriso teso ad esserlo veramente grazie a sottili giochi di specchi che restituiscono ciò che desideriamo vedere; per le nostre smanie voyeur, anche se a scrutare a volte si guarda in fondo ed è buio. Bloccati da un rosso immobile aspettiamo di reagire agli impulsi visivi e motori innescati dal rispetto verso determinante forme di legislazione stradale, e c’è ancora tempo per timide osservazioni sullo stato di multipersonalità possibile a un incrocio. Un incrocio, diramarsi di strade che non si incroceranno mai più, scelte da fare con il proprio ES come unica risposta, che trema e sorride beffardo verso chi invece attende sempre un momento oltre quello opportuno per iniziare a muoversi.
- il tuo atteggiamento mi disgusta, ma al contempo mi offre tempo da perdere in vaghe allucinazioni -
- vivo, mi è stato concesso solo per un breve periodo di prova e poi il diritto mi sarà revocato -
- allora seguimi –
Opposizioni al Magenta. Giro a sinistra mentre vado a dritto, ma siamo ancora assieme, accanto su questa pista senza podio, ma solo altra strada da fare, senza troppa compagnia se escludiamo le nostre proiezioni. Odoro d’alcol fermentato dentro, di tempo impiegato a scegliere una pena più lunga per renderci insoddisfatti ma provati, di notte impregnata sotto la pelle.
- da quanto hai smesso di crederci? -
- ci hai mai creduto? -
- non tu, tu me lo dicevi, e io ti ho ascoltato -
- volevi rendere le cose semplici -
- volevi, ma non vale, non sapevi –
- cosa vuoi? –
Seguirmi senza perdermi, e finché non sale la nebbia tutto bene, posso avanzare tranquillo che se qualcuno cercherà di uccidermi lo farà per il mio bene, Mercedes o BMW non m’importa più, le statistiche servono a rassicurare che qualcosa succederà anche a noi, e ci verrà rivelato in un momento di silenzio quando riusciremo a parlarci davvero, svelarci senza l’imbarazzo tipico della realtà senza filtro.
- arrivare, no, stai mentendo, perché non si può stare immobili -
- vuoi riposarti? -
- Non adesso, non ci sono traguardi da raggiungere, e senza saperlo sei in discesa -
Ti abbandoni ad un vento creato per contrasti, ad ali spiegate plani e cerchi di spiegarti, e a volte ti schianti senza che qualcuno abbia avuto il tempo di capire cosa è successo, perché è tardi. È sempre troppo tardi per guardarci alle spalle e trovare che le uniche scapole sono le nostre, che ci seguono ostinate nell’arrampicarci su fortezze intangibili. Scruti l’orizzonte e scopri d’essere caduto.
- mi sono fatto male -
- mai sostenuto il contrario, sei l’unica causa, stai più attento -
- perché sei venuto? -
- per aiutare al alzarsi -
- non mi fido -
- infatti mi piace guardarti contorcere in posizione fetale in attesa di un ventre accogliente -
- è colpa… -
Ma non c’è nessuno verso cui puntare il dito, perché stasera me ne sono andato.
- il tuo atteggiamento mi disgusta, ma al contempo mi offre tempo da perdere in vaghe allucinazioni -
- vivo, mi è stato concesso solo per un breve periodo di prova e poi il diritto mi sarà revocato -
- allora seguimi –
Opposizioni al Magenta. Giro a sinistra mentre vado a dritto, ma siamo ancora assieme, accanto su questa pista senza podio, ma solo altra strada da fare, senza troppa compagnia se escludiamo le nostre proiezioni. Odoro d’alcol fermentato dentro, di tempo impiegato a scegliere una pena più lunga per renderci insoddisfatti ma provati, di notte impregnata sotto la pelle.
- da quanto hai smesso di crederci? -
- ci hai mai creduto? -
- non tu, tu me lo dicevi, e io ti ho ascoltato -
- volevi rendere le cose semplici -
- volevi, ma non vale, non sapevi –
- cosa vuoi? –
Seguirmi senza perdermi, e finché non sale la nebbia tutto bene, posso avanzare tranquillo che se qualcuno cercherà di uccidermi lo farà per il mio bene, Mercedes o BMW non m’importa più, le statistiche servono a rassicurare che qualcosa succederà anche a noi, e ci verrà rivelato in un momento di silenzio quando riusciremo a parlarci davvero, svelarci senza l’imbarazzo tipico della realtà senza filtro.
- arrivare, no, stai mentendo, perché non si può stare immobili -
- vuoi riposarti? -
- Non adesso, non ci sono traguardi da raggiungere, e senza saperlo sei in discesa -
Ti abbandoni ad un vento creato per contrasti, ad ali spiegate plani e cerchi di spiegarti, e a volte ti schianti senza che qualcuno abbia avuto il tempo di capire cosa è successo, perché è tardi. È sempre troppo tardi per guardarci alle spalle e trovare che le uniche scapole sono le nostre, che ci seguono ostinate nell’arrampicarci su fortezze intangibili. Scruti l’orizzonte e scopri d’essere caduto.
- mi sono fatto male -
- mai sostenuto il contrario, sei l’unica causa, stai più attento -
- perché sei venuto? -
- per aiutare al alzarsi -
- non mi fido -
- infatti mi piace guardarti contorcere in posizione fetale in attesa di un ventre accogliente -
- è colpa… -
Ma non c’è nessuno verso cui puntare il dito, perché stasera me ne sono andato.
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