giovedì 24 maggio 2007

AGGRESSiONE

Sono passate le undici, le rocce che pavimentano Siena ribollono facendo evaporare l’antichità della città direttamente nelle mie narici insensibili. Figure del mio presente mi passano accanto, ma sono velato dall’incapacità di percepire i contorni oltre il calore. Saluto, alzo mani in segno di preghiera sul giudizio parziale che va formandosi e mi assimilerà all’eroinomane terminale, anche se questo ennesimo picco di egocentrismo non corrisponde alle realtà, sono solo macchia sullo sfondo di un luogo senza particolari. Da questa massa informe senza significato esce un giovane fantasma, camicia bianca, pantaloni bianchi, scarpe probabilmente bianche, cammina alcuni centimetri da terra e viene verso di me. Il suo volto è la trasposizione aristocratica di un puttino androgino, il suo sorriso una lametta da barba consumata da cui spuntano i peli di una comunque non lontana rasatura; nel pianeta degli odori molesti lui sa di gelsomino, o di quello penso sarebbe l’odore del gelsomino se potessi riavere l’olfatto. Geova è il suo Dio? Vuole che compri la sua fidanzata? Esce ora dalla tossicodipendenza e vuole condividere con me la Gioia? Niente di tutto questo. È un comunista. Dei peggiori, poi: fottuti radical chic ricchioni per diletto, che scenderebbero in un campo di battaglia a condizione che il kalashnikov con cui sparano sia progettato da Dolce&Gabbana, che si vede soffrono ancora dei pregiudizi sull’omosessualità. Questi brulicanti postumi di una civiltà che affonda le sue radici nelle nuvole della teoria astratta mi avvicina e parla, dotato di una dialettica tagliente come lo stracchino; tiene in mano uno spreco d’alberi chiamato “Lotta Comunista”. Io sono stordito, non capisco, voglio camminare con nuovi palazzi che crollano nelle orecchie, scuoto la testa in segno di dissenso ma tolgo una cuffia per attestare che tenterò di subire la sua comunicazione. Il vile miscuglio di denaro e ideali futili mi segue, esponendo l’indipendenza dell’informazione che mi accingerei a leggere se fossi così gentile da investire in quel giornale il mio già evanescente denaro. Ma chi cazzo la vuole leggere 'sta merda? Tradotto per il bastardo: Grazie, ma quando voglio un informazione la ottengo con metodi miei. Impossibile, dice, perché è proprio lui a detenere il monopolio della corretta informazione. Io gli faccio capire che esistono più piani di dati con cui riempire il cervello, e quelli che mi offre [Politica & Finanza] non sono quelli con cui voglio saturarmi. Ma quali argomenti ci sono più importanti, mi chiede ancora? Non capisco cosa succede, ho voglia di piangere e urlare che la sua inebriante bellezza non mi stimola né mi convincerà mai a riempire il mio corpo stremato dell’ennesima retorica di sinistra, che voglio strappargli la pelle della faccia per farne drappo rosso insanguinato con cui pulire il deretano dalle sacre feci che mi stimola, vorrei che la sua pseudolibertinaria indipendenza dal pensiero comune rimanesse rinchiusa nella sua scatola cranica senza tentare di diffondersi o moltiplicarsi. Perché i comunisti adesso mi odiano? E poi sto indossando una camicia nera, perché mi considerano? Perché cercano di vendermi un idea? Io le idee ce le ho, non credo più nei mortali, non sono per la falce e il martello e ancora meno per la fiamma tricolore e non ho valori, ho emozioni, sensazioni a pelle, fantasie erotiche. Muori COMUNISTA!

Detto questo apro la tanica di benzina, gliela lancio addosso, mi accendo la pipa con un cerino che subito dopo contribuisce ad aumentare il calore circostante. Nella mia testa. Nel reale sorrido, socchiudo gli occhi in segno di stanchezza, scuoto l’entità cefalica che tengo sulle spalle, e provo pena; non mi piace la pena come sentimento, sembra di sentirsi superiori a qualcuno che ha bisogno della nostra attenzione. Non voglio provare pena, o tolleranza. Smetto di provare pena e manifesto disgusto, nausea, diarrea, lebbra, cecità momentanea, squilibrio mentale. Il mio angelo custode non richiesto apre le braccia e mi lascia andare, e si chiede ad alta voce come possa essere così stupido; lui usa altre, belle parole, lui stasera scoperà puttane di alto bordo con un cognac sul comodino e il suo cane di razza che gli mordicchia il culo, a lui piace farlo così, sulle coperte di seta appartenute alla nonna ninfomane con ancora il sangue del prozio patriota partigiano che le tinge di rosso.

Il coglione sono io che perdo tempo a parlarne, alzati, vai a bere del succo di mela, inghiotti il risentimento verso un pianeta divertente, orina e liberati dal peccato dei pensieri impuri. Comunque grazie musa improvvisata, grazie per il tempo che mi hai dedicato, per le tue parole, per il tuo culo rosicchiato…

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