martedì 7 ottobre 2008

180 SECONDI DI EIACULAZIONE

tratto da ‘la Gazzetta del Vuoto’
direct streaming da Copenhagen
20 Dicembre 2012

23:57 – mancano tre minuti a mezzanotte quando il cervello di Grazia Mansi, 8 anni, smette di poter pensare e si disperde sulla folla accalcata. Ad ucciderla è il colpo di una Walther P99 sparato a distanza ravvicinata, un proiettile che si infiltra ad alta velocità nel cranio passando dalla fronte, frammentando le ossa e trapassando il cervello. Fino a un attimo prima la bambina stava in braccio al padre e sorrideva a Charlie T.Brand, il suo assassino. Charlie pensa che il mondo sia un illusione e essendo la fine imminente sia giusto fare un esperimento sociale: come reagisce la gente condannata ad una morte solo di poco prematura. Ha deciso di essere metodico, colpendo casualmente ma cercando di eliminare soggetti diversi tra loro per apparenze e reazioni. In questo momento sta ascoltando ‘Split in Half’ dei Disparaged, in onda su DeathFM. Il padre di Grazia sta urlando, ma a quanto pare per Charlie non merita una fine analoga a quella della figlia, preferisce aspettare e osservare le conseguenze del gesto e le soluzioni repentine che saranno prese; l’uomo smette di urlare e si immobilizza, allucinato, mentre il resto della piazza emette un gemito di paura. Charlie si guarda attorno mentre la folla tenta inutilmente di disperdersi ad appena dieci secondi di tempo trascorsi dallo sparo; contrariamente alle aspettative il panico dilaga in fretta, ed essendo le persone molto strette tra loro qualcuno e costretto a sottostare ai passi di coloro che, trovandosi troppo vicini a Charlie, sono statisticamente più a rischio e cercano quindi di fuggire con maggior foga. Ma il nostro ragazzo ha un asso nella manica, una carta a frammentazione M67 da giocare il più lontano possibile; vola in alto e poi scende, silenziosa come una stella cadente spenta, va a colpire la spalla di Luca Gomeraso, a una ventina di metri di distanza. Il primo secondo si pensa a un ciottolo, poi l’espressione terrorizzata della quarantenne Marialuna LoVerso fa capire alle persone vicine il pericolo che incombe. È tardi: tredici vittime, cinque morti, tra cui le due ultime persone citate, e otto feriti, di cui 3 molto gravi e uno soltanto leggermente graffiato. Ma la cronaca in diretta non si occupa di chi soffre parzialmente, a noi piace il sangue abbondante, respirarne l’odore fin quassù, nel cielo, nel nostro elicottero offerto in dotazione dall’esercito nazionale dell’impero alla FOX, “solo cronaca scelta ed eventualmente provocata”. Ma torniamo ad occuparci di Charlie, questo ragazzo semplice e sensibile a cui, in un giorno dei suoi 19 anni, venne ucciso per sbaglio il cane; è questo evento che, nella biografia ufficiale pubblicata da Mondadori, appare determinante per lo sviluppo di una complessa e complessata personalità. Passano in secondo piano la lebbra che colpì la madre quando lui aveva solo sette anni, o le costanti delusioni amorose dell’adolescenza, quando era leggermente sovrappeso e le ragazze lo chiamavano Charlie Big Potato. Sua sorella venne divorata durante la lunga carestia dell’Inverno 2011, in cui persero la vita appena un migliaio di persone, buone per fare le conserve e uno special televisivo da mandare in onda il fine settimana, ma poco più. Charlie nasce nel 1984 e vent’anni dopo, causa cane, desidera morire, prova a suicidarsi ma non riesce, non è mai stato un tipo coraggioso. Finita la scuola superiore non ha voglia di continuare a dedicarsi allo studio e inizia a viaggiare con i soldi che ha risparmiato: per cinque anni ha chiesto denaro al padre alcolizzato per uscire a mangiare il sabato sera, ma non avendo amici li ha messi da parte, passando le serate a fingersi morto seduto su un ponte. Charlie viaggia per scappare da se stesso, vede buona parte dell’Europa e qualche frammento d’Asia, ma non trova mai una patria che lo accolga, i sorrisi degli altri gli sono preclusi da quel velo di malinconia che accompagna il nostro eroe deluso dal mondo. Non realizza molto, trova lavori umili in cui si accontenta di essere sottopagato pur di non dover alzare la voce; a lui non piace urlare, gli ricorda inconsciamente la madre che si osservava putrefarsi allo specchio, quando lui era ancora piccolo. Ecco perché adesso appare infastidito, le persone che gli stanno intorno sembrano impazzite mentre lo osservano puntare la pistola alla tempia di Evelin Tessy, giovane senegalese con regolare permesso di soggiorno. Il killer fa dei gesti osceni, perde tempo mentre i secondi passano inesorabili per tutti noi.

23:58 – tre secondi di un nuovo minuto sono tutti quelli che la ragazza riesce a vivere, ma muore fiera, guardando il suo assassino, sputandogli sulla mano e la pistola che sta per portarla via, sussurrando una preghiera a Dei sconosciuti mentre una lacrima le riga il viso al pensiero che il suo piccolo bambino è stato costretto ad osservare questo scempio; e anche lui, in un inversione di ruoli rispetto alla piccola Grazia e suo padre, rimane vivo per poter continuare a soffrire, raccontare la sua storia e, se vorrà, vendicarsi nei prossimi due minuti, o poco meno. Charlie nel frattempo è partito a corsa, si sta dirigendo verso un gruppo di anziani signori, un gruppo di uomini altolocati che devono essere professori, avvocati, dottori, una casta scocciata di doversi mescolare alla massa in questi eventi mondani. Lo osservano sopraggiungere veloce e furioso mentre sfodera un coltello CRKT ‘H.U.G’, compatto ma devastante se piantato nel collo di uno di questi intellettuali perduti. Il malcapitato è Luigi Pesimena, filosofo nichilista e teorico dell’Avvento, il giorno che festeggeremo entro breve; l’uomo sorride al killer, invocando una morte paziente che gli lasci assaporare il brivido di adrenalina destato dopo anni di appiattimento, e saluta con un rigurgito di bile e sangue i colleghi sfigati, inorriditi da questa dimostrazione di sdegno materiale. Anche Charlie sorride, ha sempre desiderato sfoltire la giugulare di uno di questi cervelloni, diradare la presenza di queste creature dedite solo alla propria scatola cranica, che però il maniaco omicida rispetta e lascia intatta, non gli piace sciupare le cose a cui, nonostante tutto, riconosce un valore. Lui non è mai stato particolarmente intelligente. A scuola i bambini si dividono in ‘può fare molto ma non si applica’ e ‘vedo che si impegna molto, eppure…’ e Charlie faceva parte della seconda categoria. Non ha talenti naturali, e sembra destinato a un esistenza piatta, quando due anni fa, in questo periodo, succede qualcosa: si innamora. Non parliamo di un rapporto platonico a base poetica, ma vera carne su carne, corrispondenza di sentimenti e tutte le altre illusioni che il compagno imperatore Vlarge Busin combatte con successo da anni. Ma Charlie e Angela, questo è il nome di lei, sono felici, e a lei, bellissima, non sembra importare la repellenza che il consorte solitamente ispira nelle persone, anzi, crea intorno al ragazzo un alone di esclusività che rende lei un eletta benefattrice focosamente ricambiata. Ma, come tutte le cose belle, dura poco, e lei si invaghisce di un carismatico leader religioso in tour con la sua parrocchia di chierichetti potenziati; scappa con l’uomo lasciando a Charlie una bottiglietta di profumo, un Guerlain ‘Insolence’ che lui manda giù tutto d’un fiato e poi vomita provando solo schifo, per se stesso più che per l’amante perduta, sa che non può inquisire altri per la costanza dei suoi fallimenti. Da quel giorno Charlie diventa ancora più cupo, si isola da un mondo che non l’ha mai accolto, smette di tentare di sentirsi parte della condizione di diffuso benessere che la popolazione ha raggiunto, sempre secondo le inequivocabili statistiche di sua sovraordinata democraticità Vlarge Busin. Ad ogni modo i due ciccioni che adesso Charlie ha legato assieme non sembra che nella vita se la siano cavata male: lei, Jenny Waine, è cosparsa di gioielli che ne sovrastimano l’opulenza; lui, Manuele Uripe, indossa un completo Dries Van Noten fatto su misura che gli lascia scoperte le caviglie, ma a quanto pare si porta così, e poi voi plebei non avete facoltà di giudicare l’estetica dei ricchi. Charlie li ha legati con una fune che non dev’essergli costata molto ma in compenso lacera bene sia i vestiti che la carne dei due coniugi urlanti che vengono stretti assieme in una morsa soffocante, i loro colli grassi circondati da questa collana grezza che si stringe ad ogni movimento inconsulto dei due, che nella poca furbizia si dimenano forte, tentano di divincolarsi con violenza, poi sempre meno, sempre più piano, finché non cambiano colore. Charlie odia la gente grassa, odia se stesso nonostante non sia più sovrappeso, odia l’amore, soprattutto perché tra esseri abbietti sembra possibile, mentre a lui è precluso. Non sa che entrambi gli aristocratici cotechini finanziavano la tratta degli schiavi brasiliani, concedendosi spesso un 10% dei loro investimenti, giusto perché esiste una bellezza oggettiva che ti affonda nella carne, a volte, a volte no, a volte non più. In questo momento nelle orecchie di Charlie c’è ‘Behind the Light’ degli Zuul FX, in onda su DarkCloud Radio. Forse attraverso un’interferenza riceve anche noi, perché guarda in alto, verso l’elicottero, e sembra che le nostre parole aumentino la sua brama di sangue; ma noi siamo protetti, e non ci risparmiamo di provocare ulteriormente l’ira del buon Charlie, vittima e carnefice al tempo stesso.

23:59 – Charlie si concede qualche secondo per urlare tutto il suo sdegno verso la madre terra, prostituta spaziale, aborto di un moto d’espansione universale, condannata a generare vita che brama morte, a vedere i figli coalizzati in un matricidio consapevole. Lui non vuole uccidere lei, che è già maledetta, il cui destino è stato scritto centinaia di anni fa e confermato nel 2008, anzi, vuole aiutarla e portarsi via un po’ di quei figli indegni che la calpestano senza rispetto; ma al tempo stesso la odia profondamente per aver dato il via alle sue pene, come a quelle di miliardi di creature brulicanti che oggi più di sempre si affollano qua, in piazza Radhuspladsen, per assistere all’Avvento e per farsi sterminare senza pietà da Charlie, che proprio adesso ha gettato a terra Federica Altravanti, una studentessa apparentemente anarchica. Gli punta la pistola addosso, ma non spara, preferisce prenderla a calci nel costato e in bocca, mentre la giovane confusa continua a urlare frasi sconnesse tipo “sesso libero”, “per Bakunin! Fermati” e “niente manicomi criminali”; se lei ne è convinta tanto meglio. Per Charlie questa è una rivincita nei confronti di tutti i grandi e piccoli nuclei sociali che nonostante propongano libertà e uguaglianza l’hanno sempre rifiutato, perché alcuni sono più uguali degli altri. Charlie indossa un comodo paio di anfibi ‘patrol’ della Tracpac con il tacco rinforzato che, a forza di calci, finiscono per condensare i lineamenti della ragazza un tempo schierata adesso solo morta; Charlie controlla il grande orologio che è stato montato per l’evento, scuote violentemente la testa tenendosela con una mano, con l’altra si appende a un medico di mezza età e gli vomita addosso senza troppo riguardo. Il medico non sa che fare, tenta di tirare fuori un taccuino per prescrivergli un’aspirina, oggi illegale ma un tempo panacea diffusa apparentemente senza controindicazioni; dopo sette milioni di bambini mutanti poi qualcuno è normale che inizi a farsi delle domande. Charlie pensa che l’uomo voglia difendersi e lo stende con una coltellata nel ginocchio e poi in pieno petto, lasciando l’arma conficcata, tanto non c’è più tempo per questi utensili specializzati. È arrivata l’ora di rivelare il contenuto del sacco speciale, il borsone da palestra che Charlie ha portato con se e adesso giace in attesa di essere aperto per svelare il contenuto. Ecco che si avvicina, tira la zip ed estrae; davanti ai vostri occhi l’eccezionale Benelli ‘M4 Super 90’, semiautomatico calibro 12, campione di affidabilità e precisione, un’arma pronta ad ogni evenienza che si adatta perfettamente alle situazioni più diverse, dall’assalto alla difesa personale, fino all’omicidio di massa. I primi sei proiettili esplosi in altrettanti esseri non più senzienti non mancano di destare un certo stupore per l’efficienza dell’arma, tanto da sollevare un leggero applauso di incoraggiamento. Charlie ricarica veloce, e sa che l’ultimo colpo spetterebbe a lui, ma ormai il tempo ha smesso di avere significato, la sua vita non ne ha mai avuto e tanto moriremo tutti, quindi attendiamo con ansia il finale di questa vicenda. Infatti c’è un colpo di scena: il nostro ragazzo urla feroce il nome della ex fidanzata, intravista tra la folla abbracciata al guru che osserva impassibile lo scorrere degli eventi; lei invece è terrorizzata, si sente in parte complice, ma Charlie sa bene che non ha responsabilità, e continua a saperlo anche quando fa esplodere il collo del santone, che non fiata nonostante le nuove prese per l’aria. Charlie stava ascoltando i 24 Give, ‘I’ll Be Good’, ma si è tolto gli auricolari e va verso Angela. Mandiamo in questi ultimi secondi il nostro microfono ultraleggero a propulsione, per sentire quello che i due antichi amanti hanno da dirsi. Inizia lei a parlare:
- Come stai?
- Una meraviglia, ti ho fatto un regalo, hai visto?
- Non dire cazzate, l’hai fatto per te, lo vedi che hai i pantaloni bagnati?
- Ops… cavoli, li avevo comprati da poco, sono Alexander McQueen originali. Vuoi dire che non ti piace?
- Charlie, hai dei pezzi della laringe del mio ex fidanzato sulla spalla. Non è carino, te ne rendi conto da solo, vero?
- Dici bene, da solo.
- Oh Charlie, lo sai bene che la solitudine l’hai costruita nel tuo cervello. I media hanno voluto ricamare sopra al tuo personaggio e adesso ti fanno sembrare un escluso sociale, un reietto alienato con delle tare mentali, ma a te non è mancato niente, quello che sei l’hai scelto. Certo, se poi fai comunicati stampa il giorno prima di diventare uno psicopatico invasato è normale che dai tempo alla gente di prepararsi una storia commovente.
- Ma il mio cane…
- Si, so che gli volevi bene, ma non ti giustifica affatto. Mi dispiace Charlie, puoi illudere chi ti pare, non me: non sei una vittima del sistema, e non sei manco un sociopatico. Sei uguale a tutti noi, casomai con un tocco di fantasia in più e qualcosa in meno da un'altra parte [sorride NdA]… ma insomma, vedo che perlomeno ti sei divertito in questi ultimi tre minuti.
- È stato fantastico, non posso negarlo, ma avrei preferito che andasse in modo diverso. Sai, il tempo e tutte queste cose che si pensa funzionino meglio degli psicofarmaci, mi sa che è tutta una balla filomeopatica.
- Non stare ad affliggerti, ormai è andata. Hai un ultimo desiderio?
- Non c’è tempo.
- Hai ragione, ma puoi sempre pensare che forse ti avrei esaudito.

00:00 – È finita. Non stiamo trasmettendo da nessun luogo. L’Avvento è avvenuto come previsto dalle profezie, e se ancora state leggendo pensate che tutto questo è sempre stata un’illusione, ed è giusto che sappiate come si è concluso l’ultimo omicidio di massa dell’umanità poco prima dell’Apocalisse, che a dire il vero è stata piuttosto repentina, come un dilatato senso di compressione in uno spazio bianco limitato da confini intangibili. Beh, Charlie non ha voluto pensare a niente mentre una lacrima gli rigava la guancia, si è messo il fucile in bocca e ha premuto il grilletto nell’istante in cui la mano di Angela si alzava, e nella loro ultima posa il proiettile non raggiungerà mai la testa dell’assassino, così come la mano di Angela non riuscirà a impedire che questo accada. Ma forse voleva solo togliergli di dosso quei pezzetti di carne, così antiestetici, in modo da renderlo presentabile al cospetto della Fine.

1 commento:

Jacopo ha detto...

Cavolo!
ho atteso ben volentieri il lento loading da 56k del tuo blog, per poi vedere esplodere 3 nuovi post degnissimi.
Piaciuti i precedenti anche se molto invischiosi, in cui difficile destreggiarsi se non con lo stato d'animo parallelo al momento della scrittura immagino, da assorbire lentamente.
L'ultimo ha una grande carica, sei tornato al tuo stile classico (dopo le sperimentazioni wikipediose) e devo dire che "spacca i culi ai paperi in volo"(Cit. da Chomsky), belli i personaggi, fantastici i tratti dei personaggi e ottimo il background locale e temporale.
Veramente grande, in quest'ultimo risento una vecchia carica che non leggevo da qualche mese, ottimo lavoro.
a presto e buona vigilia apocalittica.
J.