giovedì 25 settembre 2008

L A B B R A

Sono solo labbra. Frammenti di carne che si infrangono in silenzio per reciproca ammissione. Senza aver detto una parola le labbra si muovono, danzano per se stesse e per gli altri, per parlare in ogni momento in cui non si riesce ad ascoltare; ho visto labbra tremare e labbra perfette andarsene senza essersi mosse, labbra che si mascheravano per sentirsi migliori per mascherare le parole che non sarebbero mai riuscite a pronunciare, labbra senza senso che faceva senso pensare di entrarvi. Labbra per raccontare momenti di tristezza incurvati in basso o per rabbia tirate spalancate pronte a mordere e compensare la violenza di tutto quello che non si è potuto dire, labbra che lottano con gli occhi per dissociazioni emotive, che hanno parlato troppo e adesso non sanno più cosa dire, e si mordono timide per essere state osservate forse oltre ciò che la morale impone in leggi mai scritte. Sono solo labbra quelle che hanno il potere di lasciarti andare e riprenderti nei momenti opportuni, quelle che possono ridere e trattenere le lacrime assaporandone l’amarezza, labbra prima del baratro e del paese delle meraviglie ti tengono sospeso la notte ad aspettare con chiacchere superflue per uccidere gli istanti prima delle labbra, prima di potersi affermare per avere una risposta che a volte si da solo con le labbra e sembra una verità assoluta che nessun altro potrà mai possedere. Sono solo labbra quelle che pronunciano illusioni in cui avvolgersi e cullarsi, a volte sono nella nostra bocca, a volte no, perché sono le labbra a decidere, a trasportarci dove vogliono modificando dopo ogni parola l’intenzione di quelle labbra che già sanno di poter avere ancora quella stupida assoluta emozione di essere sulla carne calda e umida di labbra che non sono più estranee tra loro. Labbra con realtà soggettive valide per pochi, per se stessi e una figura transitoria che si trova a passare su queste sensazoni di pelle nervosa, labbra per negarsi e indicare la prossima esplosione, per osservare le proprie macerie a labbra aperte, per descrivere la paura di ciò che sembra lontano dalle quelle che sono solo labbra, ma non sono le mie, e fanno a pezzi.

1 commento:

Jacopo ha detto...

frenetico e sporco.
buono, ma evita lo zen o ti inseguo come kill bill!
Ricorda, quando il maestro indica la luna, lo stolto si mette il dito nel naso!
a presto

c u