martedì 6 marzo 2007

Love & a TRAGEDY

Cavoli che serata eccezionale! Adoro passare il Venerdì sera a mangiare salatini bevendo birra con la mia migliore amica distrutta perché il suo ultimo “nuovo” ragazzo l’ha abbandonata. Non che io non mi sia mai sfogato con qualcuno per una storia finita storta, ma ora come ora non me la sento di parlare del suo ultimo rapporto andato a male; e poi qua fuori fanno un paio di gradi sotto lo zero, ma io ho messo la camicia di lino sopra ai peli e poi la giacca, tanto dovevo solo scendere le scale, fare dieci metri ed entrare nel pub, sedermi e con gaudio aspettare una consistente mezz’ora pensando che la vita del puntuale viene costantemente punzecchiata dal poco rispetto di un mondo ritardato. Non mi sarei lamentato: devo cercare di partorire qualche storia nuova con una parvenza di originalità, e attendere immerso nel clima finto-medievale della birreria poteva essere un ottimo spunto. Invece NO! Sono sulla porta d’ingresso e:

“Hey, sto arrivando! Puoi aspettarmi fuori che non mi ricordo se il posto è quello giusto… paghi te oggi, vero? Grazie sei un tesoro”

Christine, una creatura vorace quanto affascinante che vive nelle mutande di tanta gente che conosco e di tanta altra che mi è ignota. Una bellezza NeoHippie mora bel seno condita da una punta di Intelligenza; senza esagerare, quel tanto che basta per farla ridere alle mie battute al momento giusto. Ci conosciamo da così tanto tempo, e nonostante la prenda in giro le voglio bene. Sfortunatamente conoscerla comprende anche sapere che “sto arrivando” corrisponde a “ma dove sono le chiavi, le avrà mangiate il mio [schifoso] cagnolino puffettoso GinLennon [nome ispirato dall’Amore verso i Beatles & l’Alcool]” e l’attesa diventa straziante ma inevitabile; l’ultima volta che non mi sono fatto trovare l’ho cercata per ore ritrovandola in lacrime dalla parte opposta della città a dondolarsi in modo catatonico nelle braccia di uno sconosciuto che le palpava il sedere. Conseguenze: Menata per settimane + Storia conclusa male con il tipo, con ulteriore menata. Non importa se il locale è a un passo da casa mia e ci siamo già stati un centinaio di volte, me la sta solo facendo pagare.

Ho i capezzoli semicongelati quando la sua cavolo di Citroen fiammante - ultimo - modello - pluriaccessoriato - perchè - essere - alternativi - è - giusto - ma - con - stile spunta dalla curva in quarta e nell’accelerare sembra si stia per spegnere quando il navigatore cambia mestiere e le consiglia di scalare marcia e lei ascolta e mette la prima e la Citroen geme con tutti gli accessori [compreso il navigatore]. Christine ha 23 anni e ha preso la patente da un paio di mesi. Il suo insegnante invece ha preso un extra fuori dalla busta-paga. Buon Natale!

Mi vede, sorride, agita la mano e suona il clacson facendo sbandare la macchina e girare tutti i passanti prima verso di lei e poi verso di me; con enorme compassione riprendono a camminare mentre lei si improvvisa parcheggiatrice. Le darei una mano, ma ferirei il suo orgoglio, e finchè non ho la macchina in giro non c’è il rischio di trovarmi lo sportello grattugiato e lo specchietto retrovisore appeso per il riflesso. Aspetto, e sul limite dell’ipotermia mi si presenta davanti con la sua giacca impellicciata multistrato, perché Animal-Respect ma il Sintetico poi si vede e che figura ci fa?, dicendo:

- Mah, che freddino qua fuori! Ah, ma tanto voi uomini non lo sentite mica. Dai, entriamo! - dico “ciao Christine che bello vederti prego entra veloce”.

Il locale non è solo un posto che piace a entrambi, ma l’unico fattore di gusto che abbiamo in comune. Lei ve l’ho già descritta e in generale siete svegli, avete inquadrato il tipo. Io ho i miei jeans largheggianti un po’ sdruciti in fondo, il mio orecchino da bancarella, l’unica camicia che possiedo, occhiali, anfibi scoloriti. Un incrocio tra un Nerd e Brad Pitt, tendente più al primo con niente del secondo. Ci siamo conosciuti nel momento della vita in cui l’estetica non è ancora importante: l’asilo. Da allora siamo cresciuti assieme, frequentando le stesse scuole ma non le stesse persone: io con gli sfigati, lei con le [s]fighette. Abbiamo condiviso momenti belli e brutti, e un Amore.

- Allora Ringo, come te la passi? – [che schifo di soprannome per uno che i Beatles li vuole vedere morti].

- Me la cavo Cri, sopravvivo al Mondo opprimente che nel suo vorticoso roteare vuole tarpare le ali della mia creatività – e mi chiedo che cosa parlo a fare così che poi non capisce.

- Che carino, mi piaci quando dici cose senza senso – C.V.D.

Ci sediamo al tavolo nell’angolo in fondo a sinistra, sotto lo stemma di Federico Barbarossa accanto allo scudo di Attila. Abbiamo preso questo posto un paio di anni fa e non l’abbiamo più abbandonato. In particolare ci sono legato perché reca incise tutte le frustrazioni delle serate passate a parlare del fuggevole Sentimento che sembra pervadere la mia amica con estrema frequenza per poi lasciarla stremata e bisognosa delle cure amorevoli di qualcuno che non abbia niente da chiedere al Mondo. Sembra strano, a me innanzitutto, ritrovarsi nell’impossibilità di far concepire agli altri che la mia funzione dovrebbe trascendere la riconferma delle altrui affermazioni, essendo in grado di formulare giudizi corretti nella forma e logici nel conten…

- Ringo?!? Ti eri perso nei tuoi pensieri? Non distrarti: stasera ti devo proprio parlare del brutto periodo che sto passando… cavoli, a volte sei proprio egoista. Ma non importa, ti perdono, perché tu mi ascolti e mi capisci. Cavoli, non conosco nessuno tranne te che mia dia ragione così spesso – e forse un motivo ci sarà, ma perché spiegarselo quando si può vivere sospese tra una storia marcia e un confidente sottomesso.

- Scusami Cri; stavo pensando a quel bastardo che ti ha lasciato. Come si fa a essere così spregevoli, pensavo, con una ragazza come te? – ruffiano ipocrita.

- Oh, come sei carino! Ma non devi trattarlo così male, in fondo avrà avuto le sue ragioni. Certo che poteva essere più rispettoso di me, del mio corpo. Che ne dici? –

- Certo, beh, non saprei… penso che… ah, la cameriera! – salvato in extremis dalla splendida nuova ragazza da tavolo del “Tiger’s Inn”. Odio quando Christine fa riferimenti più o meno espliciti alla sua atrofizzata sessualità: quando eravamo ancora a scuola i nostri compagni di classe si lamentavano della sua totale incapacità pratica nei confronti delle variegate fantasie erotiche che costellavano il loro immaginario adolescenziale; spesso mi chiedevano se, visto che noi eravamo così amici, non potevo finire io i suoi lavori incompiuti. Arrossivo, poi in quarta superiore frequentai un corso di boxe per corrispondenza e imparai a rispondere.

- Ciao ragazzi! Che cosa vi porto? – Sorride e io divento un po’ più scemo.

- Noi non stiamo insieme… - Dico con un sorriso bradipo riferendomi alla mia insipida compagna di tavolo, completamente trasportato da sogni a visualizzazione immediata.

- ?! Beh, non so… dovrebbe farmi piacere o me ne rattristo? – risponde montonica alzando un sopracciglio e io inizio a ridiscendere verso la Terra, il “Tiger’s”, la sedia nel tavolo all’angolo, la mia amichetta Christine.

- RINGO!?! – appunto.

- Perdonalo, non si esprime ancora bene nella nostra lingua – ocheggiano divertite condividendo un lato decisamente irritante della femminilità: il collegamento mestruo-cerebrale.

- Prendiamo due medie rosse doppio-smalto – E vai! Un'altra figura da compagnia di cerebrolesi in gita!

La cameriera se ne và via ancheggiando senza sculettare, utilizzando in maniera delicata e decisamente proficua la parte di corpo circoscritta al suo sedere.

Le bottiglie di liquori riflettono la realtà e le basse luci della sala, creando un illuminazione pseudo-stroboscopica se si osserva intensamente e con continuità il ripiano in cui riposano polverose. Osservo i passi di lei scomparire dietro al bancone e torno con malinconia al volto semi-adirato della mia compagna di tavolo.

- Noi non stiamo insieme… ma mi spieghi che cavolo stavi pensando ci avesse chiesto? E poi a lei cosa gliene fregherà di noi? Per lei sei un cliente pagante che non lascia mance, ma sono io che ho bisogno di attenzioni stasera; è così difficile dedicarmi un po’ del tuo “preziosissimo” tempo? Certo che sei cOsì InsENsiSniGH! - e adesso piange. Che palle!

Questa tipica reazione femminile rischia a lungo termine di compromettere decisamente i miei già provati sentimenti verso il gentil sesso. Capisco che l’espressione dell’emotività interiore sia una tecnica fondamentale per poter rendere partecipe tutti i presenti nelle vicinanze del travolgente flusso che sconquassa il gracile corpo della donzella, però non è possibile che per la seconda volta in una serata, anzi in 10 minuti, sia diventato l’impotente soggetto accompagnatore di una egocentrica narcisista con accentuate crisi di manifestazione tragedica. E adesso oltretutto c’è la parte più umiliante: consolarla!

- Christine?!? Cri? Io ti ascolto, però ogni tanto ho le mie necessità ormonali da appagare. Non devi prendertela a male; ti voglio bene e ti ascolterò. E poi comunque so che mi dirai che questo ultimo insensibile maschilista, che conosco benissimo, ti ha traviata con il suo charme intellettuale e tu ti sei arresa alla sua volontà, cosa che l’ha portato ad approfittarsi del tuo povero corpo, traviando la tua mente con sibilanti iniziative erotiche di bassa lega. Il gretto maschio, una volta appagate le sue necessità di primitivo, ti ha poi scaricata utilizzando motivazioni di scarso rilievo intellettuale, giustificando il suo distacco come la necessità di non minare un rapporto già consolidato in passato che poteva continuare a progredire come Amicizia. Tu ti sei sentita come trapassata dall’incapacità di rispondere o semplicemente relazionarti con un tale bruto, il che ti ha portato a rivolgerti all’unica persona che conosci in grado di stare ad ascoltare il tuo prolisso sproloquiare - devo essermi fatto prendere un po’ la mano dal discorso; a volte succede di non riuscire a controllare il Flusso di Coscienza!

- AahHh, CaTTiVO! Lo sapEVo cHe nON saRebBE SerRViTo A NIEnTe! – [singhiozzando]

- Vedi, maledetta oca, il fatto è che sfortunatamente il bruto maschilista e l’amico del cuore stavolta coincidono, e venuto a mancare uno dei due non puoi pensare che l’altro riacquisti integralmente la sua forma di sottomessa ameba assorbente – [pubblico, compresa la cameriera, in estatica ammirazione della degenerazione situazionale]

- MA iO penSAvo chE Tu vOleSsi daVverO tornARe Mio AmiCo! SperAvo di potER cancELlare unA Parte di tE cOsì orRibile; e tI aVrei pERdonato! – [smettendo parzialmente di singhiozzare]

- NO! NO! NO PERCHÈ ERANO 15 ANNI CHE TI VOLEVO SCOPARE, E ORA CHE CI SONO RIUSCITO E NON MI È NEANCHE PIACIUTO NON HA VERAMENTE PIÙ SENSO STARTI AD ASCOLTARE, VACCA!!! -

E detto questo estraggo la 9mm e le perforo ripetutamente il cranio e altre variegate zone del corpo. La superfluità del suo cervello si manifesta nella sua completezza nel fuoriuscire in maniera disordinata dalla tumefatta scatola cranica. I proiettili le si conficcano negli occhi, le trapassano la trachea, scheggiano i denti di una bocca sorpresa e uno le fa esplodere il capezzolo sinistro. Il corpo colante cade a terra, riempiendo di globuli rossi gli spazi incavati tra le pietre del pavimento; avrei voluto sporcare di meno per non far affaticare la cameriera, che al momento sta urlando terrorizzata graffiandosi le guance.

Io non capisco che cosa hanno tutti: mi sembrava si fossero accorti dell’inutilità sociale della mia amica, e invece nelle loro lacrime sembra quasi di scorgere compassione, se si osserva bene oltre la disperazione.

- Calmini, eh! Non è che ho privato il Mondo di qualcosa di importante. Cavoli, è stressante a volte doversi relazionare con dei vuoti contenitori di liquido seminale; cercate di capire che se non ero io oggi sarebbe stato qualcuno di voi domani. Ho fatto sudicio, comunque se volete la porto fuori e lascio pure la mancia. E smettetela di frignare “Non ucciderci, non ucciderci”! Ma chi vi ha mai visto? Ma pensate davvero di essere così importanti da farmi cambiare il caricatore e sprecare costosissimi proiettili contro persone comuni? Voi siete carne da macello per lo Stato, anche se credete di essere speciali e che qualcuno “malato” come me possa farvi fuori ingelosito. La verità è che il vostro vivere comune non infastidisce nessuno; la vostra immagine striscia sulla retina degli altri senza lasciare traccia dopo il vostro passaggio, siete condannati a essere dimenticati alimentando il Pianeta Umano che sfrutta il vostro passeggero sostare in questa grottesca forma. Un giorno semplicemente eviterete di svegliarvi, ma non sarò io a mutare il vostro sonno; quando sarete solo un peso improduttivo verrete gettati via, ci saranno i vostri figli a rimpiazzarvi nella catena alimentare. Godetevi quello che rimane della vostra Illusione senza intralciare il mio cammino e vivremo beatamente nella reciproca agognata distanza che ci separa. E adesso signori, Addio! –

Lascio una decina di uro più spiccioli sul tavolo e mi chino, afferrando il corpo di Christine per le ascelle, trascinandola in strada fino al cassonetto dell’immondizia. La getto dentro senza troppi rituali [e qui gli anni di boxe aiutano]. Nel pub vige ancora un rispettoso timoroso silenzio mentre mi allontano per tornarmene a casa.

- Che schifo! Ho un pezzo di qualcosa di viscido untuoso sui pantaloni… Ah, che serataccia! –

Morale: ASSENTE.

C’è la voglia di raccontare la distorta visione del Mondo che prende forma nelle sinapsi di un personaggio alterato dall’incapacità di relazionarsi. A volte si scappa e altre volte si reagisce male. Il nostro Ringo, capace di reagire alle avversità, ha terminato il suo corso di laurea in “Anatomia Umana Spappolata” e ad oggi vive con sua moglie, una fotografa, progettando entro breve l’arrivo di un marmocchio. Non si registrano altri casi di efferata violenza contro quelle che sono effettivamente le vittime di una Società che abbiamo contribuito a creare scambiando il Libero Arbitrio con la Playstation.


:nOisE.gAte:

23 Gennaio 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

letta dopo un anno.
Molto bella, mi piace molto la sensazione che dai..

Ma quando ci si trova per il te' ?